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Fine anni ’80. Il salone di un ristorante ospita un banchetto nuziale. La grande attesa per l’invitato d’onore, ad impreziosire la celebrazione. Una cittadina di provincia, in cui la vita sociale, politica e ambientale è oppressa dalla presenza di una grande fabbrica di lavorazione di cemento-amianto. Una comunità che sembra aver rinunciato alla lotta per accettare la propria drammatica condizione, ostaggio della necessità di un salario a fine mese, dove il lavoro è visto come una certezza, e le ricadute sulla salute dei cittadini come qualcosa di futuro e incerto, un rischio da sostenere, un prezzo da pagare.

Note di regia

“Di bianco vestita” racconta l’ordinaria quotidianità di una provincia, in un comune la cuivita sociale, poli- tica e ambientale è oppressa dalla presenza di una grande fabbrica di lavorazione di amianto. Una comu- nità che sembra aver rinunciato alla lotta per accettare la propria drammatica condizione, ostaggio della necessità di un salario a fne mese, dove pochi soggetti lottano contro l’appiattimento e l’azzeramento delle loro esistenze e del salvaguardare la propria salute. Libero riadattamento del testo “Le nozze” di A. Cechov, in cui l’attesa (vana) per il politico di turno, invitato d’onore ad impreziosire la celebrazione, viene colmata dal racconto del pranzo che fa emergere gli interessi dei vari partecipanti, sia nell’ambito familia- re che in quello della comunità lavorativa del paese.

Crediti

produzione di Chorós Teatro in collaborazione con Calypso – Il teatro per il sociale laboratori con la comunità con Elisa Sarchi, Elisa Lupo e Chiara Arossa

progetto “Di bianco, l’attualità con altre parole” realizzato con il contributo di Fondazione Cariplo e il patrocinio del Comune di Broni si ringraziano Teatro Officina, Spazio Artemista e Proxima Res

testo Giulia Sara Borghi, Stefania Buraschi

con Pietro Grava, Andrea Lopez Nunes, Giulia Marchesi, Marta Martinelli, Delia Oddo, Alessandro Pozza, Nicola Sirtori , Giada Fossà, Chiara Arossa

regia Luca Bellé

scene Giada Fossà